lunedì 1 ottobre 2012

I giocattoli sotto l'albero



"Cosa può accadere sotto l'albero di Natale nel momento in cui i genitori frastornano il bambino con una montagna di giocattoli? Sono state acquistate per lui tutte le ultime diavolerie tecnologiche, i marchingegni più sofisticati e pubblicizzati e costosi, ma quella peste, chissà perché, non li degna di uno sguardo. E concentra la propria attenzione sull'oggetto che agli occhi dell'adulto appare meno attraente. Magari su quello più povero, elementare, primitivo. Come è potuto accadere? Quali strade misteriose segue il suo desiderio? Il bambino giocando a quel gioco che ha scelto impara a riconoscersi come tale e contemporaneamente impara a prendere le misure del mondo adulto, irridendolo e mettendone a nudo l'inconsistenza. A cominciare dall'idea di tempo. Per i grandi "il tempo è denaro", e rammentano di continuo al piccolo che "un bel gioco dura poco": niente di più falso, visto che il gioco più bello deve, alla lettera, ripetersi all'infinito. Il fatto è che l'adulto prova in tutti i modi a porre limiti e regole quanto mai strette, perché sa che il bambino che gioca non è più sotto il suo controllo. E giocando, mette continuamente in crisi le fondamenta del suo mondo e la sua presunta seriosità. Ma questa non è soltanto una prerogativa dei bambini: ci sono poeti e filosofi che la pensano allo stesso modo. E allora non sarebbe male se almeno ogni tanto l'adulto se ne ricordasse, lasciando desta dentro di sé la voce interiore del bambino che un giorno lui stesso è stato e che sta lì a ricordargli come nell'esistenza si gioca e si è giocati al medesimo tempo. Cos'altro intendeva suggerire l'inarrivabile Montaigne, quando si chiedeva se era lui a trastullarsi con la gatta, o piuttosto la gatta a trastullarsi con lui?"

Franco Marcoaldi


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