mercoledì 19 settembre 2012

Impressioni artistiche di un bambino



"Il pittore era uno con la barbetta e aveva una moglie sua concubina, come si usava tra i pittori. Lui dipingeva sempre lei nuda, poi vendendo questi quadri scandalosi con la moglie spogliata. Io mi stupivo di questo fatto. Però non sapevo cos'è l'arte perché non ne avevo mai sentito parlare.
Mio padre ha cominciato ad andare a vedere questi quadri del suo amico pittore, e dava pareri come un celebre esperto. Non so dove se li andava a inventare quei discorsi, ma ne faceva certi da lasciare di stucco.
Poi un giorno a mio padre gli salta perfino in testa di fare un debito per comprare due di questi quadri. E ce li porta a casa.
Mia madre a vedersi davanti due nudi di donna spogliata ha spalancato gli occhi, contraria ad averceli in casa. La madre ha sprecato molte parole, ma il padre ha risposto: qui comando io.
Dunque adesso abbiamo due quadri scandalosi attaccati al muro.
Al mio disgraziato fratello non gli dispiacevano, e lo vedevo come andava a dare occhiate  di nascosto a quei quadri.
Questa moglie del Barbetta aveva due grosse tette che anch'io mi guardavo da vicino montando sopra una sedia. E andavo a prendere una lente di ingrandimento per vedere meglio come sono fatte. Nel quadro questa donna era sdraiata come un po' addormentata su un divano, con una mano che si gratta il mento e l'altra mano sulla topa, per tenerci sopra un velo. Io sulla mia sedia guardando da vicino spiavo tra le sue dita, e speravo molto di vedere cosa c'è sotto il velo. Ma questo neanche con la lente d'ingrandimento si riusciva a vedere.
Siccome nella mia classe scolastica si facevano molte discussioni sulla topa delle donne, e c'era un ripetente che l'aveva vista e sapeva descriverla alla perfezione, a me era nato questo genere di curiosità. Ho preso un temperino e andavo a scrostare dove c'è il velo, per vedere cosa c'è sotto. Ma sotto il velo c'era la tela e non la topa. Ci sono restato un po' male. Mio padre l'avevano imbrogliato, ma io non potevo dire niente, dunque ho tappato il buco con pane masticato."

Tratto da La banda dei sospiri di Gianni Celati

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