mercoledì 17 luglio 2013

L'Artista è sempre un Bambino- Vincenzo Cerami



"L’artista è sempre un bambino, è ricco finché non diventa ricco. La sete di denaro lo uccide. Più il suo conto in banca aumenta più diminuisce il suo talento. Ho conosciuto tanti poeti, straordinari per integrità e naturalezza. Alcuni sono ancora là, nella storia, giocosi e innocenti, creativi fino alla fine dei loro giorni. Vanno considerati alla stessa stregua dei santi e dei geni dell’umanità. Ma gran parte di loro li ho visti spegnersi quando hanno cominciato a smaniare per il successo. I soldi, spesso così tanti da non poter essere tutti spesi e goduti, trasformano un artista in un idiota che crede di essere ormai un vate, un messaggero di valori tanto altisonanti quanto insinceri e patetici. Non c’è essere umano più corrotto di un artista che si vende l’anima.
L’arte, per definizione, è purezza. Il candore ha un prezzo, e l’artista lo paga fino in fondo. Per lui un’invenzione poetica è un gesto che regala al mondo senza contropartite. Quando non è più generoso diventa un servo. L’artista autentico non cerca i grandi numeri, ne vuole pochi, che poi diventano tanti al di là della sua volontà.
Ma, se ancor prima di pensare ad esprimere il proprio talento, calcola quanto può ricavarci, vuol dire che ha rinunciato a se stesso, si trasforma in un commerciante, volgare perché monetizza l’arte, un dono di Dio.
Il risultato finale è che l’artista venduto diventa una caricatura, un cialtrone che pensa solo a riempirsi le tasche e scredita l’arte. È un piazzista. Finisce cioè per disperdere le sue qualità al solo scopo di rimpinguare il conto in banca.
Per fortuna ci sono artisti che sono rimasti tali fino all’ultimo giorno della loro vita.
Gli affaristi sono destinati a morire senza lasciar traccia."

Per fortuna ci sono artisti che sono rimasti tali fino all’ultimo giorno della loro vita. Come Vincenzo Cerami.

Vincenzo Cerami (2 Novembre 1940- 17 Luglio 2013)














lunedì 8 luglio 2013

Rutti della nonna all'uovo fresco che puzza ancora del culo della gallina

"Mia nonna quando faceva i rutti non erano rutti di cocacola e pepsicola. Erano rutti che sapevano di ovo fresco. Mia nonna all'ovo gli faceva un buco con l’unghia lunga del mignolo e se lo beveva. Diceva sempre: -Com'è fresco quest’ovo! Ha ancora la puzza del culo della gallina.”

Ascanio Celestini, "La pecora nera"




    
    Salvador Dalì, "L'Aurora"





Gigi Meroni e la sua amica gallina



                                       
                                     Lucio Battisti  "Il leone e la gallina"