"L’artista
è sempre un bambino, è ricco finché non diventa ricco. La sete di denaro lo
uccide. Più il suo conto in banca aumenta più diminuisce il suo talento. Ho
conosciuto tanti poeti, straordinari per integrità e naturalezza. Alcuni sono
ancora là, nella storia, giocosi e innocenti, creativi fino alla fine dei loro
giorni. Vanno considerati alla stessa stregua dei santi e dei geni
dell’umanità. Ma gran parte di loro li ho visti spegnersi quando hanno
cominciato a smaniare per il successo. I soldi, spesso così tanti da non poter
essere tutti spesi e goduti, trasformano un artista in un idiota che crede di
essere ormai un vate, un messaggero di valori tanto altisonanti quanto
insinceri e patetici. Non c’è essere umano più corrotto di un artista che si
vende l’anima.
L’arte, per
definizione, è purezza. Il candore ha un prezzo, e l’artista lo paga fino in
fondo. Per lui un’invenzione poetica è un gesto che regala al mondo senza
contropartite. Quando non è più generoso diventa un servo. L’artista autentico
non cerca i grandi numeri, ne vuole pochi, che poi diventano tanti al di là
della sua volontà.
Ma, se ancor
prima di pensare ad esprimere il proprio talento, calcola quanto può ricavarci,
vuol dire che ha rinunciato a se stesso, si trasforma in un commerciante,
volgare perché monetizza l’arte, un dono di Dio.
Il risultato
finale è che l’artista venduto diventa una caricatura, un cialtrone che pensa
solo a riempirsi le tasche e scredita l’arte. È un piazzista. Finisce cioè per
disperdere le sue qualità al solo scopo di rimpinguare il conto in banca.
Per fortuna ci
sono artisti che sono rimasti tali fino all’ultimo giorno della loro vita.
Gli affaristi
sono destinati a morire senza lasciar traccia."
Per fortuna ci sono artisti che sono rimasti tali fino all’ultimo giorno della loro vita. Come Vincenzo Cerami.
Vincenzo Cerami (2 Novembre 1940- 17 Luglio 2013)