"Nobilissimo, illustrissimo, eccellentissimo, virtuosissimo, onestissimo, colendissimo." Tale era il signore e padrone al quale si rivolgeva lo scrittore che si autodefiniva "servo umilissimo, obbedientissimo, devotissimo, affezionatissimo, ossequiosissimo."
C'è da arrossire di secolare vergogna retrospettiva pensando a quante opere del genio umano sono dedicate con tanta umiltà e piaggeria a più o meno illustri imbecilli che avevano il solo merito di possedere i mezzi per mantenere i loro buffoni e, insieme a questi, i loro scrittori e poeti.
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