mercoledì 9 novembre 2011

Il serpente

Racconta Eliano (Nat.anim., VI, 17)  che in Palestina al tempo di re Erode, cioè tra il 37 e il 4 avanti Cristo, un serpente enorme della razza dei boa o dell’anaconda, si era innamorato di una ragazza. E aveva tanto insistito nel corteggiamento e nella mitezza che la ragazza, anche se un po’ spaventata, aveva dovuto accettare di riceverlo in camera. Per cui la notte il serpente entrava e mentre lei dormiva saliva sul letto e le strisciava su tutto il corpo, lentamente e con grande delicatezza. Alla ragazza non dispiaceva , ma non poteva esserne innamorata perché avrebbe voluto un amante anche con le gambe e con le braccia.
Poi il serpente le dormiva accanto senza dire niente, invece lei avrebbe voluto star sveglia a parlare, che lui le raccontasse di sé , chi era veramente, che cosa aveva fatto in passato, quali altre ragazze aveva avuto, com’erano, se aveva amato qualcuna più di lei e quanto, o se lei era la sola; e anche lei avrebbe voluto parlare, star tutta la notte a parlare, fargli le sue confidenze, che cosa le piace e che cosa no, dove vorrebbe in futuro andare a vivere, che casa vorrebbe, i mobili che ci metterebbe, le tende eccetera; e poi i viaggi, dove sarebbero andati, se a lui sarebbe piaciuto viaggiare, che mestiere avrebbe fatto e se gli sarebbe piaciuto ad esempio fare il diplomatico, e se a un serpente la carriera del diplomatico è consentita, e come sarebbero stati i loro figli, quanto avrebbero preso dal padre, e se nella loro vita poi sarebbero stati discriminati, o se essendo figli di un diplomatico avrebbero avuto la vita più facile, se li avrebbero presi a un liceo internazionale anche se fossero stati prevalentemente serpenti, perché secondo lei i maschi avrebbero somigliato di più al padre, cioè sui dieci metri e con molta forza, mentre le femmine sarebbero state chiare di capelli come lei, più tenerine e più umane nel corpo e in faccia ma  con la lingua forcuta e l’ esse sibilante come il papà. Tutta notte avrebbe voluto parlare di queste cose e perdersi in immaginazioni, perché se lo immaginava così l’amore, un misto di parole e sogni, a cui anche lui, il serpente, avrebbe dovuto contribuire.
Ma da questo punto di vista il loro rapporto era un po’ freddo, sia perché i serpenti non hanno la parola, sia perché questo serpente, anche se l’avesse avuta, non sarebbe stato incline a parlare. Aveva un’ altra idea dell’amore: la parola secondo lui guastava tutto. Quando si è innamorati è bello invece strisciare sul corpo dell’innamorata incominciando dai piedi, e poi insinuarsi senza nessun rumore, come nell’acqua, e aderire quanto più completamente possibile, cosa che a lui per conformazione riesce bene, e fare come se invece di due fossero uno, e questo è già un primo passo d’intesa importante. Poi l’espressione successiva più alta d’amore è tacere, stare lì in estasi avviluppati uno all’altra, ognuno immerso nei suoi pensieri, che abbracciano la vita intera, soprattutto il passato, anche quello lontano, che ritorna a pezzetti, i quali prendono un senso che porta lì, alla notte presente, ognuno per una strada diversa è arrivato lì, e viene da piangere, un po’ si piange se si è innamorati, ma se si parlasse, o anche solo si sibilasse, tutto andrebbe perso, perché si tornerebbe a essere due e non più un solo inestricabile nodo.
Ma la ragazza, da questo silenzio e dalle spire che la avvolgevano stretta, un po’ era spaventata e un po’ insoddisfatta; così se ne è scappata via per un mese pensando che lui l’avrebbe dimenticata. Invece il serpente tornava ogni notte e si disperava sul letto deserto, non si dava pace ed era sempre più innamorato. Alla fine del mese, quando la ragazza è ritornata, lui l’ha avvolta stretta, che significava quanto l’amava, e con la coda le dava dei leggeri colpi alle caviglie e ai piedi, come se con dolcezza la rimproverasse, e questo significava quanto l’aveva fatto soffrire e che non doveva andar via mai più. Non c’era bisogno di parlare o sibilare per dirlo, anzi in questo modo tutto era evidente, e tutto era già superato, cosa che non succede se si discute. Eliano in fondo dà ragione al serpente.

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