Tutti primi sul traguardo del mio cuore
di Fabio Genovesi
Mondadori, 2013

Quella di Genovesi è una favola per cuori semplici sulle emozioni e le sensazioni che solo lo sport sa dare, in questo caso il ciclismo. Il libro del giovane scrittore di origini toscane è adatto a tutti, anche a chi di ciclismo non capisce nulla. La voce narrante di Tutti primi sul traguardo del mio cuore è Genovesi stesso, che racconta la prima volta in cui, ancora bambino, vide passare il Giro d’Italia in compagnia del mitico zio Aldo. In quell’occasione si alzò un vento magico: era il vento del gruppo, che arrivava enorme e colorato, innescando un’onda travolgente di emozioni. Da quel momento il bambino, ammaliato dall’incantamento prodotto da quel fulmineo passaggio di biciclette e magliette variopinte, comincia ad avere un solo chiodo fisso in testa: al Giro d’Italia, un giorno o l’altro, ci andrà da protagonista. Ma, dopo essersi accorto di non essere tagliato per correre con una bici, a malincuore decide di accantonare il suo sogno.
Un giorno, però, quando il bambino Fabio Genovesi è diventato grande e ha ormai quarant’anni, arriva la chiamata che non si aspetta, e che risveglia il sogno dal dimenticatoio in cui è stato riposto: il Corriere della Sera gli chiede di partire dietro alla corsa rosa, e di fare una cronaca, tappa per tappa, del Giro d’Italia. Così cominciano le tragicomiche avventure del novello cronista sportivo, in un coinvolgente tour de force, pieno di allegri e appassionanti colpi di scena, che parte da Napoli, va giù in Calabria e in Puglia, e poi risale su verso la Toscana, e da lì sulle Dolomiti, in Slovenia e in Francia, per arrivare, infine, in una lunga giostra sulle alpi, a Brescia.

Finito il libro, ti viene da ripensare un po’ a quei ciclisti che, sotto un sole cocente che arrostisce la pelle, o sotto una neve continua che ghiaccia il naso, la bocca e le mani, soffrono per arrivare alla fine della tappa, ma quando ci riescono sono felici. E per un attimo ti sembra di riconoscere, dietro a quelle sofferenze e a quelle felicità sportive, i tuoi giorni complicati, i tuoi pensieri, i tuoi sogni, i piccoli pezzi della tua vita.
Dev'essere una bellissima esperienza, quella di fare il Giro d'Italia come cronista. Stancante, certo, ma che spettacolo dev'essere l'Italia attraverso le due ruote di una bici...
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